Non è stato facile, ma tutti abbiamo capito che era importante farlo, soprattutto per rispetto di chi ogni giorno stava lottando e vedendo da vicino cosa significa stare male e morire a causa di questo maledetto virus. Ognuno di noi ha reagito a suo modo, c’è chi si è dedicato a cucinare nuove ricette, c’è chi ha condiviso sui social la propria musica e c’è chi si è aggrappato alla propria passione, proprio come me. La Fotografia mi ha sempre aiutato in qualche modo a isolarmi da ciò che mi circondava, come se fossi dentro una bolla. Guardare dentro il mirino significa entrare in un altro mondo, un mondo tutto mio, dove decido io cosa vedere e in che modo. In questi due mesi di quarantena, che sono coincisi con l’inizio della primavera, tra l’altro la mia stagione preferita, ho scattato molte foto ai fiori del mio giardino. Ogni giorno uscivo di casa per scoprire a che punto era la rosa, se era sbocciato qualcosa di nuovo e cosa non c’era più. Mi trovavo di fronte uno scenario sempre diverso. La luce poi, anche se l’ora è la stessa, non è mai uguale. Alla fine posso dire che per la prima volta nella mia vita ho potuto ammirare la nascita della primavera. Si dice che non tutto il male viene per nuocere e credo che sia vero. In questo periodo abbiamo sicuramente imparato molte cose o comunque iniziato a vedere la vita da un’angolazione sconosciuta. Ci siamo sentiti tutti uguali, uniti dalle stesse paure, ma anche dalle stesse speranze. In poche parole siamo stati distanti, ma in verità non siamo mai stati così vicini!